martedì 21 giugno 2016

Passatempi per escursionisti navigati e, soprattutto, curiosi

Di questo tema ho già trattato varie volte, anche se non specificamente, parlando di escursionismo, natura, cartografia e serendipity. Sono tutti argomenti più collegati fra loro di quanto molti pensino e simili serie di connessioni possono applicarsi anche ad altre attività. 
Dei tantissimi camminatori (ormai siamo milioni, da quelli urbani ai trekker più avventurosi ... camminare è di moda) molti preferiscono percorrere itinerari ripetitivi e ben conosciuti, di quelli che appaiono più rassicuranti, lungo i quali si incontrano le stesse persone e si vedono le stesse cose e si può anche procedere con la testa fra le nuvole, casomai con le cuffiette alle orecchie.
Al contrario, ce ne sono altri che non perdono occasione per introdurre varianti ai percorsi noti, spingersi ogni volta un poco oltre i limiti del territorio conosciuto, farsi attrarre da una pianta o da una traccia di sentiero, partire con il preciso scopo di scoprire un itinerario completamente nuovo.

Faccio parte, chiaramente, del secondo gruppo e fra i miei sodali sono abbastanza attivo ma non certo fra i più avventurosi. Mi avvantaggio delle mie capacità di interpretazione di mappe e cartine, in particolare quelle di molti anni fa, per trarre spunti di interesse, immaginare itinerari utili o semplicemente piacevoli, ideare nuovi collegamenti, andare a ricercare sentieri dimenticati.
Un famoso cartografo inglese soleva dire che una delle migliori letture è una carta ben fatta, opinione che condivido in pieno. Talvolta mi capita di passare anche delle ore interpretando una mappa antica, cercando di coglierne lo stile, valutandone l'affidabilità, comparando le informazioni con carte receni e infine tentando di trarne conseguenze.

Il più recente risultato è l'imminente "inaugurazione" di un facile circuito escursionistico reso possibile dalla riapertura di una strada comunale  di Sorrento, in effetti un tratto di essa, un sentiero sterrato attraverso un castagneto. Era un mio vecchio pallino, via Acquacarbone doveva essere un percorso molto frequentato fino a metà del secolo scorso in quanto via più breve fra Sant'Agata e Priora (due frazioni rispettivamente di Massa Lubrense e Sorrento), ma dopo la costruzione del Nastro Verde (tratto della statale 145 sorrentina) quasi del tutto abbandonata.
Tuttavia ho sempre considerato quell'itinerario che taglia in diagonale il versante nord della collina del Deserto estremamente appetibile dal punto di vista escursionistico: ombreggiato, lieve pendenza, lineare, tanta natura (giardino, uliveti e castagneti) e pochi edifici. Mi capitò di parlarne circa un mese fa al Circolo Sorrentino nel corso del mio intervento in merito alla viabilità scomparsa (o inaccessibile) e poi, grazie ad una fortunata serie di incontri, occasioni e disponibilità intravidi la possibilità di rendere di nuovo percorribile quella strada comunale. Grazie alla fattiva cooperazione fra enti, associazioni e volontari, è già di nuovo possibile andare da Sant'Agata a Priora a piedi in meno di mezz'ora (solo 2 km contro i circa 5 seguendo le rotabili) e senza dover salire verso la collina del Deserto ma aggirandola a nord.
Dopo essere andato sul percorso 5 volte in 6 giorni, accompagnato da vari altri volenterosi, ieri con Costantino sono riuscito ad individuare con certezza l’ultimo tratto mancante della strada abbandonata, fino a pochi giorni fa coperto da una jungla (molto spinosa ...) all’interno del bosco di castagni.
Facendoci largo fra la fitta vegetazione abbiamo individuato il tracciato con l’ausilio della mappa, ma soprattutto seguendo logica e osservazione e quindi trovando conforto e conferme in tanti piccoli indizi: un cippo, uno scalino in pietra apparso sotto l’humus, pendenze adeguate, linearità e mancanza di alberi lungo la direttrice, una recinzione, pietre coperte di muschio allineate al margine della traccia, percorso un poco infossato, un tombino,...
Nella foto a sinistra si nota lo scalino in primo piano, venuto allo scoperto dopo aver liberato dalla vegetazione (alta anche oltre 2 metri) questo tratto infossato e prima assolutamente invisibile.
Questo, secondo me, è uno dei vari modi di fare escursionismo in modo estremamente piacevole (anche se talvolta si torna a casa con numerosi graffi e tagli) in quanto si riesce a stare lontani dai percorsi più frequentati. Questi, in particolare nei giorni festivi, sono invasi da masse di pseudo-escursionisti vocianti, che bloccano il sentiero per scattare innumerevoli selfie e spesso lasciano rifiuti  rendendo un piacevolissimo ambiente naturale quasi un inferno urbano (provate a percorrere il Sentiero degli Dei di domenica, fra le 10 e le 14 ...).

Venerdì 24 giugno, alle ore 18.00, si parte dalla piazza di Sant’Agata per il “collaudo” del circuito alle falde del Deserto.

La presenza di vari tratti sterrati richiede l’utilizzo di calzature adeguate. La passeggiata durerà meno di due ore.

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